In questi casi è un errore voler tornare “quelli di prima” e non ascoltare il messaggio: anzi, proprio la”vita di prima” è responsabile della sofferenza attuale.Se la depressione non può compiere fino in fondo la “missione” per la quale è venuta, cioè trasformarci, farci cambiare vita rischia di diventare cronica e di bloccare davvero la nostra vita. 

Trasformazione e rinascita. 
Se si riesce a osservare la depressione nel suo insieme, ecco che gradualmente emerge l’aspetto creativo della crisi. La depressione infatti esprime il grande tema della morte-rinascita presente a ogni livello della natura. In natura tutto ciò che nasce lo fa al buio, in silenzio, nel segreto, dopo un periodo di oscuramento/gestazione: il bimbo nella pancia della mamma, la farfalla nel suo bozzolo, il seme nelle profondità della terra. Questa legge, per la quale una creazione deriva sempre da una “morte” (perdita, disagio, ripiegamento), vale anche per l’ambito esistenziale: nella vita le scelte e i cambiamenti fondamentali che facciamo nascono sempre da un più o meno lungo momento di crisi o di depressione, nel quale il vecchio schema si spezza e fa spazio al nuovo, che deve ancora configurarsi ma che in realtà, in modo embrionale, è già presente nelle premesse che hanno prodotto la crisi stessa. 

La depressione è quindi dolore, sofferenza e – su un piano organico – alterazione chimica dei neurotrasmettitori; ma è anche l’espressione della capacità del cervello di riconoscere quando è il momento di cambiare, di trasformarsi.